Rivivono sui Social del G.A.C. , le ricche cronache archeologiche locali con l’omonima rubrica nata da un’idea del direttore del Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi Maria Angela Turchetti e resa possibile dalla collaborazione con il Gruppo Archeologico “Città di Chiusi” ed in particolare con l’appassionato cultore di storia locale Roberto Sanchini, che per trent’anni del Gruppo è stato anche presidente.
CHIUSI 31 ottobre 1753
Il Capitano di Giustizia di Chiusi, riceve la richiesta dell’Auditore Generale di Siena Giulio Franchini Taviani di adoperarsi per il soddisfacimento di un suo interesse personale di appassionato collezionista. Nello specifico il Franchini Taviani, avendo ricevuto dal canonico Tondi notizia “che sopra la porta della Casa, o Bottega di un Ciabattino di cod.sta Città si veda collocata nella muraglia una Lupa di marmo con due puttini di buona ed antica maniera”, lo prega, per inciso “quando sia cosa buona”, di contattare il padrone della casa suddetta per ottenerne la cessione pagandola nonché impegnandosi a risarcire a sue spese il muro da cui sarà estratta. Qualora vi riuscisse, come spera, prosegue, il Capitano di Giustizia dovrà informarlo tempestivamente, affinché egli possa rimborsarlo delle spese sostenute e nello stesso tempo predisporre le misure più idonee per il trasporto dell’opera ambita.
Pur non avendo al momento rintracciato la risposta nell’Archivio storico comunale, è possibile ipotizzare che la richiesta sia stata disattesa, perché una Lupa frammentaria in marmo con un puttino aggrappato alle sue mammelle per succhiarne il latte è ancor oggi visibile nel muro di un edificio di Via Porsenna, nei pressi della distrutta Porta di S. Pietro. Non si tratta, come sarebbe facile pensare, di un frammento di età romana riutilizzato come arredo urbano, come avvenuto frequentemente a Chiusi,
ma certamente di una creazione molto più tarda.
Stringente è infatti l’affinità con la ‘Lupa con i gemelli’ di Giovanni di Turino (1385-1455), gettata in bronzo per la colonna davanti al Palazzo Pubblico di Siena, e oggi esposta nella Quadreria del palazzo medesimo, la più antica (1430) fra le ‘lupe’ poste come segno civico nei luoghi principali della città, fedele alla tradizione della fondazione a cura di Aschio e Senio figlio di Remo, fratello di Romolo.
È ragionevole che un’opera ad essa ispirata e forse dello stesso autore, noto anche per sculture in pietra, fosse stata collocata in Chiusi, che nel 1415 era entrata definitivamente nell’orbita senese e costituiva col suo Passo anche l’unica ‘porta’ di quella Repubblica verso oriente, il territorio di Perugia e l’Appennino dove le manifatture cittadine si approvvigionavano di lana pregiata.
Riferimenti bibliografici:
– O. Gori Pasta, Franchini Taviani, Giulio, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 50 (1998)
– R. Sanchini, Il labirinto di Poggio Gaiella e non solo. Dialoghi con Plutone, Chiusi 2014
– M. Sordi, Eredità ed universalità di Roma: popoli diversi legati dal diritto, in R. Barbieri (a cura di), Uomini & tempo medievale, Milano 1988
– E. Pack, Clusium: ritratto di una città romana attraverso l’epigrafia, in G. Paolucci (a cura di), I romani di Chiusi, Roma 1988
– A. Franci, Giovanni di Turino, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 56 (2001)
– Pagina web del Comune di Siena / La Città / Cultura / Strutture museali / Museo Civico / Sala della Quadreria
Riferimenti bibliografici e fotografici anche, sulla pagina FB del Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi.
Un particolare ringraziamento va al Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi, al Polo Museale dellaToscana ed al Comune della Città di Chiusi