#ACCADEOGGI#40

 

Rivivono sui Social del G.A.C. , le ricche cronache archeologiche locali con l’omonima rubrica nata da un’idea del direttore del Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi Maria Angela Turchetti e resa possibile dalla collaborazione con il Gruppo Archeologico “Città di Chiusi” ed in particolare con l’appassionato cultore di storia locale Roberto Sanchini, che per trent’anni del Gruppo è stato anche presidente.

 

  

 

CHIUSI 28 ottobre 1875

“fragori di armi”

Il 28 ottobre 1875, davanti alla Commissione Archeologica riunita in seduta pubblica per la celebrazione del quarto anniversario dell’inaugurazione del Museo Civico, il canonico Giovanni Brogi è chiamato al suo compito di illustrare per l’anno trascorso i principali monumenti rinvenuti o passati ad accrescere la già ricca collezione comunale di cui è Conservatore.  

Esordisce peraltro escludendo che quell’anno siano stati acquisiti reperti capaci di arricchire le conoscenze sulla storia e i miti dell’antico popolo etrusco; le sue riflessioni si concentreranno quindi su vicende storiche che a suo dire possono essere chiarite dai soggetti scolpiti su due urne già da tre anni presenti nel Museo.

Si tratta delle invasioni galliche, la più celebre quella del 390 a.C., che vide il sacco di Roma dopo la sconfitta militare subita dall’esercito romano presso il fiume Allia e che, sottolinea, ebbe antefatti di cui Chiusi e il suo territorio furono teatro ed i suoi cittadini protagonisti in entrambi gli schieramenti.

Il canonico Brogi richiama al proposito l’episodio del transfuga chiusino Arunte che, sentendosi offeso nell’onore di marito da un lucumone, con spirito di vendetta si sarebbe recato dai Galli allettandoli con la bontà dei prodotti di queste terre.

Essi si mossero dunque invadendo il territorio di Chiusi per reclamarne una parte, salvo poi assediare la città di fronte al diniego opposto alla loro richiesta; è noto che a questo punto a favore dei Chiusini intervennero in appoggio i Romani (ovvero, come si tende a ritenere oggi, la sola consorteria dei Fabii, che qui avrebbero vantato interessi e legami gentilizi) col risultato finale di rivolgere verso la loro città l’orda di quei terribili guerrieri, allontanando la loro minaccia dalla nostra.

Il Conservatore del Museo ritiene che i Galli Senoni fossero stati battuti sotto le mura di Chiusi e che i rilievi delle due urne ne siano la dimostrazione. Così li descrive: “In una di esse noi osserviamo un giovane galeato clamidato che in pieno assetto di guerra con spada, scudo e corazza montato sopra il destriero ferisce a morte un gallo che sebbene rovesciato a terra, pure reggendosi sulle ginocchia, fieramente si difende, levando in alto con la sinistra lo scudo, e cacciando con la destra il ferro sotto il corpo del cavallo che gli è sopra. Nell’altro parimenti si ammira un guerriero etrusco che vestito di splendidissima corazza, con la celata in testa, con la spada e con lo scudo, sta per vibrare un colpo mortale a un gallo che, o affievolito dalle ferite, o disanimato dal valore del su nemico, caduto a terra all’indietro, sostiene tuttavia lo scudo, e tiene in mano la lunga spada, senza che gli rimanga tanto di vigore di brandirla e volgerla contro l’avversario che l’investe”. 

Tale descrizione ha consentito di identificare le urne con quelle riprodotte nel III volume, Tavv. CXVII n. 5 e CXVIII n. 10, de’ I rilievi delle urne etrusche, con cui Gustav Körte nel 1916 portò a termine l’opera documentaria e classificatoria iniziata già nel 1868 dal suo maestro Heinrich Brunn.

 

(Korte 1916 CXVIII n.10)

 

La prima cassa, databile all’ultimo quarto del III secolo a.C., con iscrizione CIE 2041, è anche l’unica oggi esposta nel Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, dove è collocata all’interno della sezione dedicata alla tomba dei Cumni, che con le sue diciannove deposizioni fu scoperta nel 1848 in loc. S. Mustiola.

 

       

(Cassa urna Cumni esposta presso il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi)

(Korte 1916 CXVII n.5)

 

Correttamente il Brogi individua gli elementi che gli consentono di identificare i guerrieri galli: la forma allungata degli scudi, la cintura attorno alla vita nel primo caso, i capelli lunghi nel secondo; con buona probabilità cade invece nell’errore di inquadrare le scene di combattimento al tempo della calata dei Senoni di Brenno, che si colloca agli inizi del IV sec. a.C., per particolari dell’abbigliamento e dell’armamento dei protagonisti di uso sensibilmente più tardo.

Andiamo nel dettaglio.

Si tratta dell’elmo a foggia di berretto frigio esibito dal cavaliere dell’urna CIE 2041, di cui un esemplare in bronzo di grande prestigio, prodotto in un’officina greca o magno-greca fra il 310 e il 100 a.C., è stato recuperato proprio nell’agro chiusino (loc. Sigliano-Val di Fosso, fra Chiusi e Castiglione del Lago) in una tomba di pieno II secolo a.C., quella dei Tetina. Conservato nel Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria è meglio noto come “elmo di Paciano”.

 

(Elmo di bronzo, 310-300 aC. ca., tomba dei Tetina, presso Castiglion del Lago)

 

A questo aggiungiamo il peculiare strumento a fiato (carnyx) in mano al guerriero nudo sulla destra dello stesso rilievo, colto nell’attimo iniziale dello sbandamento che precede immediatamente la fuga, con lo strumento ancora vicinissimo alla bocca ma già non più nella posizione verticale che ne caratterizzava l’uso in battaglia o in parata, come dimostrano per esempio i tre suonatori  sbalzati nel calderone d’argento di Gundestrup, uno degli esempi più preziosi dell’arte celtica; se ne hanno notizie dal III secolo a.C. inoltrato e ancora nel I secolo a.C. Diodoro Siculo annotava: “Le loro nuove trombe sono di un particolare tipo barbarico, che soffiano dentro di loro e producono un suono duro che si adatta al tumulto della guerra”. Questa dell’urna chiusina potrebbe essere la più antica raffigurazione in assoluto a noi giunta di una carnyx, in questo caso del tipo con padiglione a testa di serpente.

(carnyx in forma di serpente)

                                                        

(carnyx da Tintignac)

 

Infine riconducono ad eventi bellici molto più tardi di quelli degli inizi del IV secolo a.C. anche la nudità dei combattenti e l’arma da lancio che sta per scagliare il guerriero che minaccia alle spalle quello etrusco della seconda urna; in particolare richiamano avversari specifici, vale a dire i Gesati che nel 225 a.C. parteciparono alla battaglia di Talamone dove, dopo violentissimi scontri, l’alleanza gallica di cui facevano parte, con Boi, Insubri, Taurini e Taurisci, fu sconfitta dalle legioni romane affiancate da contingenti di Galli Cenomani e misti di Etruschi (presumibilmente anche di Chiusi) e Sabini.

Sappiamo infatti che i Gesati, mercenari temibili, combattevano completamente nudi per non essere impediti dagli abiti nei movimenti in mezzo alla vegetazione, nel contempo intimorendo gli avversari già con l’aspetto; inoltre utilizzavano come arma il gaesum, una specie di giavellotto da cui deriverebbe il loro nome. 

Tutto questo non esclude che un repertorio d’immagini ‘moderne’, appartenenti all’esperienza diretta o al gusto dell’artigiano o del committente, possa aver ‘contaminato’ l’espressione dell’ideologia e del patrimonio di memorie collettive in cui la società etrusca dell’epoca si riconosceva e che costituivano comunque la base ed il filo conduttore di quelle rappresentazioni.



Riferimenti bibliografici:

– G. Paolucci, Documenti e Memorie sulle Antichità e il Museo di Chiusi, Pisa-Roma 2005

– S. Bourdin, “Les Gaulois à Chiusi Réflexions sur les mouvements migratoires et sur l’activité diplomatique des Celtes en Italie”, in Mélanges de l’école française de Rome – Antiquité – 119/1 – 2007.

– G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, vol. III, Berlino 1916

– E. Albani, “Località Santa Mustiola – Materiali – Tomba dei Cumni”, in M. Salvini, G. Paolucci, P. Pallecchi (a cura di), La Tomba del Colle nella Passeggiata Archeologica a Chiusi, Roma 2015

– S. Batino, M. Callieri (a cura di), La tomba dei Tetina, link: http://vcg.isti.cnr.it/tetina/archeo.html

– P. Cuissin; “Les armes gauloises”, in Revue archéologique. 1929-01 (Source gallica.bnf.fr / Bibliothèque nationale de France)

– Contributori di Wikipedia, ‘Organizzazione militare dei Galli’, Wikipedia, L’enciclopedia libera, 8 maggio 2019, 21:05 UTC, <//it.wikipedia.org/w/index.php?title=Organizzazione_militare_dei_Galli&oldid=104769207> [in data 28 ottobre 2019]

– Contributori di Wikipedia, ‘Carnyx’, Wikipedia, L’enciclopedia libera, 26 giugno 2019, 03:52 UTC, <//it.wikipedia.org/w/index.php?title=Carnyx&oldid=106024712> [in data 28 ottobre 2019]

– Contributori di Wikipedia, ‘Battaglia di Talamone’, Wikipedia, L’enciclopedia libera, 25 gennaio 2019, 00:02 UTC, <//it.wikipedia.org/w/index.php?title=Battaglia_di_Talamone&oldid=102333668> [in data 28 ottobre 2019]

– Contributori di Wikipedia, ‘Gesati’, Wikipedia, L’enciclopedia libera, 17 maggio 2018, 07:32 UTC, <//it.wikipedia.org/w/index.php?title=Gesati&oldid=97165189> [in data 28 ottobre 2019]

  1. Vendries, “La trompe, le gaulois et le sanglier”, in Revue des Études Anciennes. Tome 101, 1999, n°3-4 (link: https://www.persee.fr/doc/rea_0035-2004_1999_num_101_3_4771)
  2. Maniquet, I. Fauduet, I. Odenhardt-Donvez, “Le dépôt cultuel du sanctuaire gaulois de Tintignac à Naves (Corrèze)”, in Gallia, Tome 65, 2008 (link: https://www.persee.fr/doc/galia_0016-4119_2008_num_65_1_3346)

Referenze fotografiche:

– G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, vol. III, cit.: Fig. 32 e Tavv. CXVII n. 5 e CXVIII n. 10

– R. Sanchini: Urna di Puia:Cumniś:Tucerna//ś con scena di combattimento tra cavaliere etrusco e Galli sulla cassa (Chiusi, Museo Nazionale Etrusco) 

– S. Batino, M. Callieri (a cura di), La tomba dei Tetina, cit.: Elmo c.d. “di Paciano” 

C. Maniquet, I. Fauduet, I. Odenhardt-Donvez, “Le dépôt cultuel du sanctuaire gaulois de Tintignac à Naves (Corrèze)”, op. cit. fig. 37 : Padiglione di cornyx a testa di serpente dopo il restauro

https://www.cronacanumismatica.com/wp-content/uploads/2019/11/Diapositiva1.jpg: Tre suonatori di carnyx (da: Calderone di Gundestrup – Museo Nazionale Danese, Copenhagen)  

 

Riferimenti bibliografici e fotografici anche, sulla pagina FB del Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi.

                

Un particolare ringraziamento va al Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi, al Polo Museale dellaToscana ed al  Comune della Città di Chiusi

 

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